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Succede sempre qualcosa di Andrea Fazioli: tra libro e blog
Succede sempre qualcosa di Andrea Fazioli: tra libro e blog
Versants, vol. 2, núm. 68, pp. 131-142, 2021
Universität Bern
Sommario: L'articolo si propone di indagare il rapporto tra scrittura e atto del fotografare nella raccolta di racconti Succédé sempre qualcosa dell'autore ticinese Andrea Fazioli. Il libro riunisce testi etorogenei, legati tra loro da un progetto nato originariamente per il blog dell'autore. Per questa ragione parte dell'articolo è dedicata alla reciproca influenza tra la scrittura su web e quella più tradizionale su carta stampata. Se la comunicazione, anche letteraria, attraverso il mezzo digitale invita di per sé ad associare immagini e parole, lo sguardo rimane il punto di partenza che unisce Focchio del fotografo alla prospettiva dello scrittore.
Parole: Andrea Fazioli, sguardo, autobiografia, blog, web.
La fotografia di Maria Flore sulla copertina di Succédé sempre gualcosa di Andrea Fazioli rappresenta una giovane donna con un vestito dal colore rosso acceso intenta a guardare attraverso il buco di una serratura quello che si presuppone avvenire (o non avvenire?) in un'altra stanza.

Non poteva esserci scelta migliore per introdurre questa raccolta di testi, pubblicata da Casagrande nel 2018, che riunisce racconti autobiografici a narrazioni di finzione, riflessioni, consigli di lettura o di ascolto, brevi reportage di viaggio. Sembrerebbe un insieme poco unitario, ma nel corso délia lettura si percepisce un'atmosfera omogenea, ofFerta proprio dal tema dello sguardo rappresentato nella fotografia di copertina. Uno sguardo reso spesso più preciso (o messo meglio a fuoco) dal fatto di essere esercitato attraverso un pertugio che ne délimita il campo, cosi corne avviene attraverso Tobiettivo di una macchina fotografica.
Fazioli lo esplicita nelfultimo dei testi délia raccolta, il Diario délia mano rossa, quando descrive il buco nel manico di un piccolo rastrello - rosso, almeno a prima vista, corne il vestito délia ragazza in copertina - i cui cinque denti ricordano la forma di una mano:
[...] laddove c'è un buco, ci guardo attraverso. Accosto il manico all'occhio sinistro, poi a quello destro. (Sono mancino, ma con gli occhi non faccio distinzioni). Di colpo, la realtà vasta e molteplice si fa essenziale, e tutta si raduna nel piccolo cerchio. Le cose sono sempre quelle, ma lo sguardo diverso le fa apparire in maniera nuova, corne vibranti nelfatto di esistere. Un riflesso del sole sulla neve. Il rilievo di uno pneumatico. La curva di un seno, la trasparenza di un occhio. Ogni movimento è un sussulto di colore. Ogni chiazza sul tappeto ha una storia da raccontare e ogni imperfezione délia pelle sembra perfetta cosi com'è, nel piccolo zoom délia mano rossa (2018: 218).

Loggetto è fotografato dallo scrittore e Fimmagine è riportata nel libro: il lettore puô osservarlo nella sua assoluta semplicità e apparente insignificanza. Neirimmaginazione poetica di Fazioli un rastrello puô diventare mano, scettro, bastone magico, zoom, antenna e chissà cos'altro, rimanendo - come testimoniato dalla fotografia con la sua presunta oggettività - ugualmente sempre un rastrello.
All’interno del libro sono presenti altre cinque fotografie, apparentemente poco rilevanti. Cercare di comprendere questa scelta ha portato a indagare su un'altra particolarità di Succédé sempre qualcosa, quella di raccogliere testi che, con poche eccezioni, Fautore aveva precedentemente pubblicato sul suo blog.
Fazioli offre ai lettori un blog molto ricco. Tra le diverse sezioni, a partire dal 2017, dedica ogni anno uno spazio a quel tipo di "gioco letterario" celebrato dagli scrittori del gruppo delFOuLiPo, che pone delle regole da rispettare per la scrittura dei testi1.
Nel 2017 le Storie délia piazzetta: una volta al mese, per tutto Fanno, lo scrittore si siede sulla panchina di una piccola piazza délia sua città, ogni volta con un libro diverso, e alterna alla lettura Fosservazione di ciô che succédé attorno a lui, dandone poi conto ai lettori sul blog. Le regole sono: lo stesso luogo, la cadenza mensile e la scelta di un libro. Da questa serie, ma solo successivamente, nascerà F idea délia raccolta di racconti Succédé sempre qualcosa.
Nel 2018 Paradeplatz: di nuovo un appuntamento mensile in una piazza, questa volta a Zurigo. I testi sono il resoconto degli incontri con Yari Bernasconi, delle osservazioni e degli ascolti comuni, in una scrittura a quattro mani accompagnata dalla lettura di una poesia. Simili alFanno precedente sono le regole di spazio e tempo, ma in questo caso c'è un dialogo tra due scrittori e la scelta di un testo poetico.
Nel 2019 Viaggi immaginari: ogni mese il racconto di un viaggio fantastico in luoghi del mondo dove Fautore non è mai stato. Le coordinate sono scelte a caso da un sito internet e Fimmaginazione è aiutata dalle figure, naturali o simboliche, proposte dalle carte del gioco giapponese deWHanafuda (48 carte, 4 per mese)2. A ogni racconto si accompagna la creazione di un haiku. Le nuove regole sembrano dare più spazio al caso, ma si tratta in realtà di un "caso regolato" - da un sito internet, da un mazzo di carte. Corne scrive Fazioli, immaginare ciô che non esiste serve alFautore «a vedere meglio cid che esiste»3.
Nel 2020 Cartoline: testi molto brevi associati a un'immagine, quasi sempre una fotografia, scritti di nuovo insieme al poeta Yari Bernasconi, da luoghi dove i due scrittori sono stati realmente, come il nodo ferroviario di Arth Goldau, o con la fantasia, come il campo da baseball dei Peanuts. Questa volta non due voci distinte, ma un unico "noi". Non c'è una scadenza fissa, la regola è legata solo al formato.
Un'altra sezione del blog, Panchinaro, riprende la serie settimanale Sopra la panca iniziata nel giugno del 2018 sulla rivista Ticino 7: libera e personale guida alle panchine frequentate dall'autore4. Qui le regole del gioco comprendono Findicazione delle coordinate geografiche, la valutazione tramite stellette di «comodità» e «vista» e il suggerimento «Un luogo ideale per...» (Fazioli, Il Blog). Se nella rivista troviamo le fotografie delle panchine, sul web sono pubblicati anche frammenti di "paesaggio sonoro" registrati dall'autore sul luogo per mezzo del cellulare.
E interessante osservare la strategia messa in atto dallo scrittore, che stabilisce con i lettori - in rivista e sul blog - degli appuntamenti più o meno fissi dai quali sanno cosa attendersi e ugualmente possono lasciarsi sorprendere. La creazione e la conservazione di un legame pare essere una risposta adeguata al rischio di perdersi nella caoticità della produzione del web, sterminata anche per quanto concerne la letteratura. Essa permette la ricostruzione di quel patto narrativo e culturale a cui si è soliti fare riferimento quando si parla di letteratura e che la produzione online sembra aver dissolto (Bortolotti 2016).
Quanto viene pubblicato su un blog è per forza di cose legato alle logiche interne alia struttura di una pagina web. La comunicazione attraverso il mezzo digitale invita di per sé ad associare immagini e parole e a evitare testi scritti troppo estesi. Lo scrittore si rivolge spesso, nel registro orale, direttamente al lettore, che ha anche la possibilità di scrivere commenti e ricevere delle risposte.
Nel blog di Fazioli le immagini sono in molti casi fotografie scattate dalFautore stesso con il proprio cellulare, e paiono avere la funzione, quasi diaristica, di testimoniare che quanto è stato scritto rispecchia un reale vissuto. Si tratta di un "certificate di presenza", paragonabile a quello ottenuto in passato per mezzo delFinstant camera Polaroid, con cui lo smartphone condivide Pestrema facilita di utilizzo e la disponibilità immediata delPimmagine scattata. Sono fotografie giustificate dal carattere personale di molti dei testi, che mostrano luoghi fisici dove si è trovato Fautore, oggetti o anche dettagli di essi che ha osservato, e da cui è partito per sviluppare brevi racconti, intrecciando descrizione, memoria, riflessioni. L'insieme iconotestuale forma una sorta di autoritratto, psicologico e culturale, del personaggio-scrittore Andrea, che potrebbe essere inserito nel quadro delle nuove forme di narrazione autobiografica delFera post-mediale di cui parla Roberta Coglitore (2016: 67).
Il dialogo con il lettore alFinterno del blog, oltre che dalle scelte linguistiche, è caratterizzato nel caso di Fazioli dalFinserimento in calce a quasi a tutte le prose di uno o più Post Scriptum, artificio che rimanda alla forma epistolare del colloquio e che gli permette di precisare una serie di riferimenti a libri, film, canzoni o altro, che appesantirebbero il testo al suo interno. A volte si tratta anche di inserire indicazioni relative a iniziative o avvenimenti in corso nel momento délia scrittura.
Sappiamo che il visitatore di un blog, quando arriva sulla pagina, si trova di fronte alFultimo contributo inserito, mentre i precedenti sono collocati in fondo, andando sempre più indietro nelfordine cronologico. Ogni post è poi indicizzato in sezioni, secondo catégorie stabilité dalFautore (corne Bicicletta> Elia Contini, Jazz, Panchinaro, ecc.), e a volte attraverso delle etichette (tag). Questo dovrebbe permettere di recuperare facilmente testi che afferiscono a un argomento di interesse, ma è abbastanza raro che un lettore vada alla ricerca di testi pubblicati in passato, a meno che questi non vengano richiamati con dei link dalFautore. Cosi come è difficile che si leggano più contributi uno di seguito alfaltro. La modalità di lettura tipica del web si présenta piuttosto frammentaria, non sequenziale e legata alFultima novità. Un blog non aggiornato è una pagina morta, che presto non verra più visitata.
Molto diversa è la fruizione del libro, prodotto finito e autonomo nei confronti del processo di composizione, che il lettore percorre, salvo rari casi, secondo Fordine pensato dalFautore, e che richiede di essere considerato nella sua interezza. Qui sta la principale differenza che rende la raccolta di racconti Succédé sempre qualcosa completamente diversa dalla pubblicazione délia maggior parte degli stessi testi nelle pagine del blog.
Come accennato, le Storie délia piazzetta hanno avuto un ruolo déterminante per la nascita del libro e per la sua strutturazione. L'autore ha infatti scelto di raccogliere 36 brevi prose, tre per ogni mese delLanno, dove la prima di ogni terna consiste appunto in uno dei dodici racconti della piazzetta (si veda lo schema riportato in Appendice). In questo modo un filo conduttore accompagna il lettore, che si siede mese dopo mese insieme alio scrittore nello stesso luogo, dove ritrova gli stessi oggetti (la fontana, le panchine...) e personaggi sconosciuti e nel contempo familiari, identificati con epiteti corne «la signora col cagnolino», «un tizio massiccio», «l'uomo con la camicia variopinta» (Fazioli 2018: 47, 48,115). In questa apparente monotonia di situazioni, il mutare delle stagioni sottolinea il passaggio del tempo e Lirripetibilità di ogni singolo momento.
Il primo racconto, Pik pik, spiega da dove origina Lidea di tornare a osservare nel corso di un anno il microcosmo della piccola piazza di Bellinzona, mettendola in relazione con un esperimento di scienze naturali che ha affascinato lo scrittore:
Il biologo David Haskell ha isolato un cerchio di un metro quadrato in una foresta del Tennessee. Poi, per un anno intero, è andato quasi ogni giorno a osservare il luogo prescelto. Nei fatti minuscoli delle rocce, degli alberi, degli animali, Haskell ha scoperto la grandiosità della natura e dei suoi segreti. È possibile fare la stessa cosa con gli esseri umani? Isolare un luogo, un angolo di strada, e vedere giorno dopo giorno crescere il mistero di ciô che siamo? (2018:11)
La cornice del libro è dunque composta da racconti in cui prévale la descrizione, ovvero un particolare uso narrativo dello sguardo. Il narratore cataloga elementi di ciô che lo circonda, cercando di mostrare una visione il più possibile neutra della realtà, senza il filtro di un giudizio5. Nonostante ciô il semplice vedere non puô essere separato dal mettere in relazione le cose fra loro.
Gli altri testi sono scelti dalPautore in modo da creare una varietà di temi e di stili. Solo un quarto dei racconti è di finzione, esattamente nove, mentre i rimanenti - che definirô per comodità autobiografici - alternano brevi narrazioni, riflessioni, descrizioni, suggerimenti di letture, ascolti o visioni. L'insistenza sulla percezione visiva accomuna anche moite di queste prose, a partire dal racconto del Signor Adamo (il secondo del mese di gennaio) che osserva il mondo che lo circonda cosi intensamente da identificarvisi in alcuni particolari momenti. Dalle sue parole di ammirazione per Plinio il Vecchio, nel primo racconto di febbraio, possiamo pensare che 10 scrittore aspiri ad avere uno sguardo come quello delPautore latino, che «riesce miracolosamente a essere preciso e insieme pieno d'incanto» (2018: 31).
Nessuno dei racconti è inedito, tranne I maiali di Zhang Yuy che risulta dalla rielaborazione di appunti di un viaggio in Cina realizzato nel 2012 per la "Settimana délia lingua e délia cultura italiana nel mondo". Cinque sono usciti su rivista, uno - La bambina che voleva essere una sirena - alPinterno di un'edizione limitata in cui ai testi di dodici scrittori ticinesi sul tema delPinfanzia si affiancano le incisioni di dodici artisti. Tutti gli altri, e quindi la stragrande maggioranza, sono stati pubblicati nel blog delPautore tra 11 maggio del 2016 e il gennaio 2018. Soprattutto questi ultimi per entrare a far parte del libro sono stati rivisti e in parte modificati, in particolare per quanto riguarda il rapporto tra scrittura e immagini.
Prendiamo nuovamente corne esempio il primo racconto, Pik pik. Sul web la prosa è inframmezzata da sette fotografie a colori strettamente collegate al soggetto trattato: un sottobosco di felci (che si scopre in un Post Scriptum provenire dalla copertina del libro di David Haskell); un fiocco di neve (sempre un Post Scriptum ci spiega trattarsi di opera del fotografo statunitense Wilson Bentley); la piazzetta; una panchina in primo piano; il cielo invernale incorniciato da chiome d'alberi e parte di un volantino ricevuto da una testimone di Geova (tutte e tre evidentemente scattate sul momenta dalPautore); e infine Pautografo del poema del maestro giapponese Sengai citato nel testa, in cui parole e immagini si fondono. Oltre a ciô sono presenti i riferimenti, e relativi link, a un articolo pubblicato su Doppiozero e alla guida letteraria Gli immediati dintorni, entrambi dello stesso Fazioli.

Di tutto questo materiale rimane nel libro una singola fotografia in bianco e nero, quella della piazzetta, che evidentemente riveste un'importanza fondamentale nelfeconomia del testo. Scompaiono i riferimenti all'articolo e alla guida letteraria, e due di tre Post Scriptum non vengono riportati, quello relativo alle fotografie e uno legato al momento della pubblicazione sul web. Siamo di fronte a un testo diverso, dunque, sia perché sono stati tolti alcuni riferimenti contingenti, sia soprattutto perché il lettore è invitato a figurarsi nella propria mente ciô che sul blog era mostrato attraverso delle immagini.
Lo stesso vale in altri casi per gli accompagnamenti sonori o video presenti sul web, come nella breve prosa dedicata a John Coltrane II respiro e la voce. Nel libro il lettore si deve concentrare sulle sensazioni evocate nelle parole dello scrittore e non puô verificare immediatamente feffetto che la musica ha su di lui, selezionando un link.
Della comunicazione tipica del mondo digitale resta sulla carta una forte impronta autobiografica e il colloquio coi lettori, anche se l'uso dei Post Scriptum è limitato. E rimangono, appunto, alcune fotografie.
Non penso che siano, queste ultime, un semplice residuo dell'ipertesto del blog o un aspetto secondario, dal momento che Eatto del fotografare è tematizzato in diversi punti all'interno della scrittura.
Nell’intento di autenticare la narrazione e renderla ancora più realistica, all'occorrenza fosservatore della piazzetta tira fuori il telefono e scatta una fotografia, se non esegue addirittura una registrazione. Che cosa fotografa? Niente di apparentemente notevole, corne il movimento delle formiche su un albero: «[...] provo a scattare una fotografia délia corteccia ma, sebbene ci sia un gran viavai, nelfimmagine mi sembra di non scorgere nemmeno una singola formica (2018:117).»
Ma, afferma Fazioli in una conversazione con Carlotta Bernardoni-Jaquinta, «non ci sono circostanze prive di interesse. L'interesse è creato dal tempo che noi dedichiamo all'osservare» (2020: 57).
Altre volte, délia ripresa non viene nemmeno menzionato foggetto ed è documentato solo Fatto: « [...] scatto due fotografie con il telefono, prendo un appunto sul taccuino e poi sfoglio il libro (2018:131).» E c'è il caso in cui il fotografo improvvisato si préoccupa di poter essere denunciator
Visto che non c'è nessuno, lascio Hemingway e ne approfitto per girare un video, muovendomi intorno alla fontana. Due ragazzine mi osservano sconcertate. Quando mi avvicino, si voltano e scappano di corsa. Io scatto una foto a un albero di cachi. Da lontano sento una delle ragazzine che dice alfamica: «Ma non puô, Ali, è casa nostra! Andiamo a dirlo alla mia mamma!» Prima che qualcuno mi denunci, torno a sedermi e cambio paesaggio (2018: 182).
Inoltre nel libro non troviamo unicamente fintento documentario delfautore delle storie délia piazzetta. Si potrebbe affermare che alf interno dei diversi racconti sono rappresentate le istanze che principalmente sottostanno alfuso delfapparecchio fotografico.
In Oggetti smarriti il narratore cerca di ritrovare a Parigi la testa di un clown, dipinta da Bernard Buffet e fotografata in fretta nel corso di un viaggio precedente nella vetrina di una galleria d'arte (2018:151). Non la ritrova, ma la sua memoria rimane strettamente connessa a quella fotografia rimasta nel telefono.
Nei Maiali di Zhang Yu una giovane scrittrice conosciuta in Giappone «ha aperto un blog dove pubblica testi e fotografie» (2018:160) esercitando la sua passione artistico-letteraria in modo simile alio stesso Fazioli.
In Pispillôra uno dei pensionati che fréquenta la piazzetta «mi vede seduto con il mio libro e si avvicina per scattarmi una foto» (2018:166), probabilmente per postaria su un social media, come affermano i suoi amici.
Infine gli autori del regalo di Natale nel Diario délia mano rossa insieme al dono hanno inserito «un biglietto con la fotografia di alcuni profughi» (2018: 213) con un sottointeso chiaro intento di denuncia sociale e politica.
Si puô dunque affermare che le sei fotografie riportate nel libro, scattate dallo scrittore stesso, fanno parte del modo di guardare il mondo e di pensare la letteratura di Andrea Fazioli. Essere troppo immersi nella realtà che ci circonda non permette di comprenderla a fondo: per afferrarne almeno un frammento lo scrittore deve stare fuori dalle cose, posizionarsi alfesterno e osservare, come dietro a un obiettivo o a una macchina da presa6. Da questo atteggiamento nascono le sue prose in equilibrio tra realtà e finzione.
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Appendice
Nello schema che segue si puô osservare la composizione di Succédé sempre qualcosa: nella prima colonna è indicata la prima sede di pubblicazione dei racconti, nella seconda la loro collocazione nel libro, nella terza i titoli, nella quarta se si tratta di testi autobiografici o di fiction e nelPultima a quali di essi si accompagna una fotografia.


Nota